Festa della Madonna, oggi: la Chiesa festeggia la Consolata, che poi sarebbe la Consolatrice, Una devozione torinese, che alla Madonna Consolatrix afflictorum, questo l’antico titolo, ha dedicato un santuario apposito, divenuto nel tempo un centro di diffusione del cristianesimo nel mondo, anche grazie ai missionari che dal titolo del santuario prendono il nome (missionari della Consolata, appunto).
Ma la Madonna della quale parleremo in questo scritto sta più a Sud. E al contrario di quella di Torino è davvero poco conosciuta e ha un titolo invero bizzarro e più che originale: la Madonna delle scarpe consumate.
La sua statua si trova nella Basilica della Santissima Annunziata Maggiore, presso il noto quartiere di Forcella. Una Basilica che ha preso forma da un complesso ben più ampio, la Real Casa della Consolata, un’opera di carità sorta grazie all’intuizione di due notabili napoletani di buona volontà, quelli cari al Vangelo.
Nicolò e Jacopo Scondito vollero infatti creare un ricovero per bambini abbandonati, fenomeno molto in uso al tempo. Qui la famosa “ruota”, dove le mamme che non volevano o non potevano allevare i propri figli abbandonavano gli infanti. I famosi “esposti”, da cui il cognome Esposito, tanto diffuso nella città.
Un’opera che divenne grande anche grazie all’interessamento degli Angioini, allora al potere. Ma torniamo alla nostra chiesa, dedicata alla Madonna dell’Annunciazione, Annunziata, appunto. E a una statua ivi collocata, in disparte, in un angolo un po’ nascosto e riservato.
La statua è porcellana pura, e la Madonna vi è raffigurata giovane, vestita con abiti di regale dignità. Ai piedi delle scarpe dorate che danno il nome specifico alla statua e hanno una peculiarità: si consumano col passar dei mesi. Tanto che ogni 25 marzo, alla festa dell’Annunciazione, devono esser cambiate con altre nuove.
Il fenomeno è constatato e constatabile, anche se non ha spiegazione. Forse qualche agente esterno (anche se la statua è riparata da una teca); forse un difetto di fabbricazione da parte del calzolaio che ha il compito di forgiarne sempre di nuove, forse altro e ancora più banale.
Ma quella consunzione inspiegata ha fatto sorgere storie e aneddoti. Favole, credenze popolari, tanto diffuse a Napoli. Leggende che vogliono che la Madonna di notte abbandoni il suo stare nella Basilica per andare alla ricerca di bambini bisognosi.
Lei, la Madonna, se ne prenderebbe cura personalmente, girando per le vie e i vicoli della città partenopea. Da qui quell’inspiegato consumo delle scarpe.
La storia ha raggiunto anche gli onori della cronaca grazie al Mattino di Napoli. Come anche suor Maura, che insieme ad altre sorelle custodisce la statua dai capelli veri, donati da una delle tante pie donne giunte fino a lei a chiedere la guarigione di un figlio o altro.
Di quelle scarpe ha parlato suor Maura al giornale napoletano, come anche della consuetudine di donare quelle ormai lise alle famiglie con bambini ammalati. Segno e pegno di benedizione per i fanciulli e le famiglie in pena.
Al Mattino suor Maura ha raccontato anche una storia legata alla Madonna delle scarpe. Una storia di un medico in servizio notturno che una voce ha guidato presso la culla di un neonato che stava per morire soffocato. Una voce dileguatasi poi com’era venuta, mentre il medico salvava l’infante da morte certa.
Tante le grazie profuse dalla Madonna che si venera all’Annunziata. Che la leggenda vuole vigilare come la più tenera delle madri sui fanciulli all’intorno. Una cura prestata fino allo sfinimento, tanto da consumare, per i suoi amati figli, le suole delle sue belle scarpe dorate.
Luca Romano